AREE DI INTERVENTO

Solitudine

Esistono due forme di solitudine, quella di chi oggettivamente si isola in una relazione e il senso di solitudine. Il senso di solitudine è la percezione dell’essere soli, è una condizione soggettiva, vissuta negativamente, indipendentemente dalla presenza delle persone che si hanno accanto. È un sentimento doloroso che si associa alla percezione di abbandono e a sentimenti negativi quali tristezza, rifiuto sociale, esclusione, non accettazione, fattori di stress che producono effetti negativi sul corpo e sull’anima e abbassano l’autostima. È un dolore soggettivo, un’esperienza personale e intima che si può provare in seguito a eventi di perdita, come lutti o abbandoni quali conseguenza della fine di una relazione, in caso di momenti di transizione nella propria vita come cambiare scuola, casa, lavoro, città, nel corso di una malattia, per i problemi nella coppia, con gli anni che passano; è legata al senso di vuoto interiore, al non sentirsi compresi. È necessario quindi distinguerla dall’isolamento, condizione di una persona che è sola perché oggettivamente senza nessuno attorno a sé. Entrambe queste condizioni vanno superate attraversate con una nuova consapevolezza di sé.

Ansia

L’ansia è una risposta fisiologica a situazioni di allarme che determina uno stato di agitazione, di forte apprensione, dovuto a timore e incertezza. È un attivatore dell’attenzione che determina uno stato di iperattivazione e ipervigilanza che porta il corpo e la mente a prepararsi ad affrontare un pericolo. Esistono due tipologie di ansia: l’ansia di stato e l’ansia di tratto. La prima è definita così perché si manifesta in seguito a un determinato evento o in un momento specifico; la seconda, invece, indica una modalità comportamentale di reagire di fronte agli stimoli. Si riferisce a uno stato d’ansia durevole, esperita nella maggior parte delle situazioni quotidiane, che può costituire un vero e proprio tratto di personalità. L’ansia non è una malattia, ha un ruolo adattivo in quanto ci aiuta ad individuare minacce future e affrontarle in maniera funzionale tuttavia diventa patologica per l’individuo quando vi è un’eccessiva iperattivazione di fronte a stimoli considerati neutri, in tal caso è necessario un intervento. 

Psicocardiologia

La psicocardiologia è una nascente branca che si prefigge lo scopo di integrare la cardiologia con la psicologia per fornire al paziente un intervento complessivo adeguato. Esiste uno stretto legame tra psiche e corpo, in particolare tra psiche e cuore e questo non è solo un muscolo che pompa il sangue nel resto del corpo, è molto di più: è il centro degli affetti. Esso rappresenta le emozioni e il suo ritmo si presta particolarmente ad attribuire un particolare accento ad ogni istante della vita. Stati psicologici negativi quali stress, rabbia, ansia, depressione, senso di solitudine aumentano il rischio di insorgenza delle patologie cardiovascolari perché questi fattori inducono alterazioni nel funzionamento del sistema nervoso autonomo (che regola l’attività degli organi interni, cuore compreso) e/o nella risposta immunitaria che, attraverso una serie di effetti a cascata, possono aumentare il rischio di insorgenza di patologie cardiache. Al contrario, una vita ricca di affetti e una buona qualità affettiva sono fattori protettivi per il nostro sistema cardiaco. Per questo è necessaria una visione integrata in cui analizzare il cuore sotto diversi aspetti, biologico/fisiologico e psicologico, focalizzandosi sul vissuto del paziente e sul suo benessere.  


Autostima

L’autostima è la valutazione complessiva e il valore che abbiamo di noi stessi. Essa ha a un ruolo importante nella motivazione ed è un fattore determinante per avere successo nella vita. Avere una buona autostima significa avere fiducia in sé stessi, avere una visione del proprio futuro, saper affrontare le difficoltà senza essere sopraffatti da esse, è capacità di introspezione per accettare i propri punti di forza e debolezza, è sapere esprimere le proprie esigenze. L’autostima viene formata dall’educazione e dalla società in cui si vive e i cattivi modelli sono fonte di una bassa autostima. Spesso si pensa che essa dipenda dal giudizio degli altri o dall’esito dei propri risultati ma non è così. L’autostima si costruisce grazie alla responsabilità dei propri gesti e alla consapevolezza di aver fatto bene le cose e grazie ad essa si diventa capaci di dirigere la propria vita. 



Equilibrio alimentare

Il cibo non rappresenta solo una fonte di nutrimento, è molto di più. Il cibo è vita, socialità, condivisione. Il modo di relazionarsi con esso è espressione del rapporto che abbiamo con il mondo esterno e comportamenti disfunzionali, come il mangiare in maniera vorace, sono espressione di un senso di vuoto che vuole essere riempito e/o un modo per gestire stati emotivi negativi. Avere un buon equilibrio alimentare significa avere un buon equilibrio mente-corpo e ogni disagio che viviamo può esprimersi tramite il cibo. Come scrisse Kierkegaard “Noi siamo quello che mangiamo”, per cui tutto ciò che portiamo dentro di noi, nel bene e nel male, ha potere di trasformazione. Dobbiamo diventare responsabili del confine della nostra bocca, imparando a portare dentro di noi solo ciò che ci fa stare bene, lasciando fuori ciò che ci fa stare male con un adeguato equilibrio.

Preparazione al parto

La gravidanza è una fase di grande gioia e novità ma anche di criticità. Il passaggio da donna a madre è un momento di grande cambiamento su più piani dal biologico all’esistenziale, al relazione ed emotivo, caratterizzato dalla presenza di ansia, preoccupazione e tante paure. Per questo è necessario un percorso per preparare la donna al parto da tutti i punti di vista, per avere la consapevolezza a cosa va incontro, a quelli sono le fasi di crescita del suo bambino fino ai momenti successivi al primo anno di vita, come cambia il suo corpo, ai cambiamenti relazionali con il partner. È importante conoscere queste informazioni per dare al proprio bambino le cure adeguate per il suo sviluppo e per vivere la gravidanza serenamente con sè stesse e nel rapporto di coppia.


Disturbo ossessivo compulsivo

Nel corso della vita può capitare di avere alcune manifestazioni ossessive, come un pensiero ricorrente oppure compulsive, come il controllare più volte se la porta è stata chiusa. Tuttavia questi comportamenti diventano patologici se presenti in maniera persistente. Il disturbo ossessivo compulsivo è caratterizzato dalla presenza di ossessioni e/o compulsioni. Le ossessioni sono pensieri intrusivi, ricorrenti e immagini mentali che causano una profonda incertezza e ansia. Le compulsioni sono comportamenti ripetitivi messi in atto per compensare l’ansia generata dalle ossessioni. Le persone che ne soffrono, sono assaliti da dubbi, a volte eccentrici, vissuti con angoscia e per cercare di gestire i loro pensieri, possono sviluppare rituali estremamente complessi e rigide regole da seguire in modo obbligato. Questo crea un circolo vizioso pericoloso dal quale può essere difficile uscire. Le ossessioni e compulsioni tipiche sono legate al controllo, alla paura dei germi, all’ordine e simmetria. 


Depressione

La depressione è un disturbo dell’umore caratterizzato da una sensazione di tristezza e/o riduzione dell’interesse per le attività quotidiane. Si sviluppa in seguito al senso di solitudine per eventi destabilizzanti come lutti, abbandoni affettivi, in seguito a una malattia o in certi momenti di transizione di vita come cambiare casa, lavoro, città. Essa si sviluppa lungo un continuum che va da un episodio singolo fino a una vera e propria psicopatologia. Il suo impatto è pervasivo, invalidante e incide sul funzionamento dell’individuo. Chi soffre di depressione si percepisce come inadeguato, senza scopo, senza valore, considera l’ambiente che lo circonda come non supportivo e il futuro appare come incerto e difficoltoso. 



Sostegno Psicologico

Il sostegno psicologico è un percorso rivolto a chi vive una momentanea difficoltà per problematiche personali o in quanto familiare di una persona sofferente. L’intervento ha lo scopo di supportare il paziente in quel momento, accompagnandolo passo dopo passo, per meglio affrontare la problematica e verso il miglioramento della qualità della propria vita sviluppando e potenziando le proprie risorse. Il sostegno psicologico può seguire ad un intervento riabilitativo con il fine di rinforzare e solidificare i risultati ottenuti ed è opportuno in quelle condizioni irreversibili e/o croniche entro le quali svolge una importante funzione di contenimento e tutela, anche per coloro che le vivono indirettamente. Il sostegno psicologico mira ad ottimizzare ogni tipo di relazione affettiva, adeguando la percezione del carico delle responsabilità e sviluppando le reti di sostegno e di aiuto nelle situazioni di disagio psicologico.


 Aree di intervento

  • ansia 
  • solitudine 
  • psicocardiologia: supporto per pazienti e caregiver  
  • depressione: come supporto a una psicoterapia e/o terapia farmacologica 
  • disturbo ossessivo compulsivo: come supporto a una psicoterapia e/o terapia farmacologica
  • psiconcologia: supporto per pazienti e caregiver